La professione di amministratore di condominio è senza dubbio tra le più ambite da parte di chi ha studiato materie giuridiche ed economiche. Coinvolge, infatti, l’erogazione di servizi essenziali al giorno d’oggi. A meno che un condominio non abbia un numero ridotto di unità abitative, è impensabile gestirlo senza l’aiuto di un professionista o, ancora meglio, di un team.
Naturale è quindi chiedersi, soprattutto se si è giovani e alla ricerca della propria strada professionale, quanto guadagna un amministratore di condominio. Nelle prossime righe, abbiamo risposto a questa domanda, includendo tutte le informazioni aggiornate sulla base delle ultime novità in campo di diritto del condominio. Continua a leggere l’articolo per saperne di più!
Quanto prende un amministratore di condominio al mese?
Più che di compenso mensile, quando si parla di guadagno dell’amministratore di condominio è necessario parlare di emolumento annuale. La normativa attualmente vigente prevede un range che va dai 50 agli 80 euro annui per unità abitativa. Questa cifra è da considerarsi al netto dell’UVA. Immaginando un condominio di dimensioni medie, 20 unità abitative, situazione molto comune in una grande città come Milano, si arriva un massimo di 1600 euro l’anno.
Doveroso è ricordare l’esistenza di variabili e di una forbice anche rilevante che cambia a seconda della zona. Chiaro è che in un contesto come la già citata piazza milanese, caratterizzata dal costo della vita più elevato in Italia, i compensi degli amministratori di condominio saranno più alti rispetto a quelli di chi ha uno studio in una città del centro o del Sud. A contribuire alla variazione ci pensano anche altri fattori, tra cui l’esperienza sul campo del titolare dello studio o il suo avere o meno incarichi di rappresentanza presso associazioni professionali, dettaglio che aggiunge prestigio alla figura professionale.
Amministratore di condominio stipendio netto: a quanto corrisponde?
Non è possibile rispondere alla domanda “Quanto guadagna al netto un amministratore di condominio?“. I compensi chiamati in causa nelle righe precedenti, infatti, non finiscono nelle tasche di una sola persona, ma pagano i servizi di uno studio che viene portato avanti grazie a diverse professionalità, con figure che possono essere assunte o collaborare in Partita IVA. La loro sinergia professionale permette di garantire ai condomini servizi come quelli elencati qui:
- Gestione amministrativa e contabile del condominio
- Redazione del rendiconto economico
- Contatto con i fornitori di servizi, gestione dei contratti relativi al loro lavoro e pagamento dei compensi
- Risoluzione delle controversie tra condomini (non è un caso che, molto spesso, nello staff degli studi di amministrazione condominale è presente un mediatore)
- Convocazione dell’assemblea
Da non dimenticare sono altresì l’applicazione del regolamento di condominio e la gestione disciplinare delle parti comuni. L’amministratore può richiedere, inoltre, il pagamento per la sua presenza in assemblea. Le somme in questione concorrono alle entrate di società di varie dimensioni e denominazione. Bisogna quindi considerare il pagamento delle imposte, nonché quello di stipendi e compensi del personale.
Non è quindi possibile capire quanto guadagna precisamente un amministratore di condominio al netto, in quanto sono troppe le variabili in gioco. In fase di scelta, basta considerare le medie sopra citate e associarle, in fase di valutazione, ad altri criteri, come per esempio il fatto che il titolare sia o meno un avvocato, garanzia di conoscenza professionale dei dettagli del diritto.