Le macchine da cucito configurano l’avanzamento tecnologico che ha influenzato molto il concetto di sartoria ed ha ampliato le possibilità di ottenere ma anche di modificare abiti di qualsiasi tessuto. A lungo le macchine da cucito hanno avuto una diffusione limitata a causa di costi mediamente elevati, ma con il 20° secolo diverse sono divenute popolari.
Tantissime tipologie oggi sono considerate come dei veri oggetti da collezione e parte del vintage più o meno moderno, in particolare si è sviluppata ed ampliata una nicchia di appassionati, rivolta naturalmente ai modelli e brand più famosi, che sono molto interessati in particolare per le macchine ancora oggi utilizzabili e quindi attive. Ma qunto possono valere le vecchie macchine da cucito?
Rivoluzione del cucito
L’invenzione di uno strumento meccanico che potesse offrire un sostanzioso contribuito in fatto di tempo e ottimizzazione, e tencologicamente parlando sono “figlie” della rivoluzione industriale. Come altri oggetti simili anche le macchine da cucito da oggetto concepito per un utilizzo professionalegradualmente sono divenute anche qualcosa di “casalingo” quindi acquistabile da chiunque.
Dalle prime, attivabili attraverso un meccanismo semi manuale a quelle sempre più avanzate e complesse, le macchine da cucito come le intendiamo oggi sono tutte il risultato di un brand che prima di altri è riuscita ad imporsi come società di vendita come Singer, azienda nata negli Stati Uniti intorno alla metà dell’800, ancora oggi leader indiscusso del settore.
I modelli più rari
Alcuni modelli di questo brand in particolare hanno “fatto la storia” e sono identificabili come rari e quindi più ricercati, oltre ai modelli particolarmente antichi, alcuni hanno avuto un impatto tecnogicamente rilevante ed al tempo stesso sono estremamente ricercate. Quali sono i modelli più amati del contesto antico delle macchine da cucito?
- Generalmente tutte quelle più interessanti devono avere almeno 50 – 60 anni
- Modelli come le Singer 99K oppure la 66 valgono tra i 150 ed i 250 euro
- La serie 300 che comprende anche i modelli 301 e 301A è più rara della media e questi pezzi valgono fino a 350 euro se in ottimo stato
Modelli “pionieristici” e già più costosi già ai tempi della produzione come la 222K munita di un braccio allungabile detto “Free Arm” è molto rara, decisamente di più rispetto alla media, ed un oggetto di questi disposto in buono stato vale fino a 2500 euro, mentre uno completo di accessori può arrivare anche ad una valutazione che si aggira intorno ai 3000 euro.
Particolari le Featherweight, molto più leggere delle altre e concepite dagli anni 30 fino agli anni 60. Il valore medio corrisponde anche in questo caso ad almeno 700 – 800 euro se in buono stato ma può superare anche i 2500 euro se in eccellente stato.
I modelli, anche Italiani di brand come Necchi sono più recenti e solo i pezzi degli anni 20 e 30 possono valere più di 150 euro.